“Avviso a tutti gli apprendisti capri espiatori: un buon capro deve sempre andare incontro al cazziatone, battersi il petto ancor prima di essere accusato, è un principio fondamentale. Piazzarsi davanti al plotone, sempre, e sollevare su di esso uno sguardo da far inceppare i fucili.” Così Daniel Pennac fa parlare Benjamin Malaussène, il protagonista dei suoi romanzi, di professione capro espiatorio. Il suo compito, comunque sia impiegato, consiste nell’addossarsi tutta la colpa delle altrui incompetenze e mancanze, attraverso un’esibizione patetica che mira a suscitare nell’interlocutore un sentimento di pietà affinché abbandoni le sue ragioni quanto qualsiasi pretesa di risarcimento. Pietà “dell’anima”, ossia una compassione e un intenerimento pressoché autentico per la sfortunata sorte del capro, o pietà “clinica”, profondo disgusto per il voluttuoso masochismo che spinge il capro a implorare una giusta punizione da parte degli interlocutori più impietosi, che piuttosto che dargli soddisfazione non vedono l’ora di toglierselo dalla vista.
Continua a leggere “Con cuor sincero e fede non finta” →
"Mi piace":
"Mi piace" Caricamento...